Come la Luna

Nell’arco dei tredici racconti, in un tono meditativo e mai svagato o distratto, vedo avvicendarsi personaggi, situazioni, evidenziarsi problemi ineludibili della nostra presente società che non ti lasciano neutrale o indifferente, ma ti coinvolgono, ti costringono, magari inconsapevolmente, a prendere partito, a vivere da vivo, a dirla con Bruno, gli anni tuoi. Essi emergono dai temi della demitizzazione del mondo nel faticoso cammino per farsi uomini, dell’oblio della propria sofferenza nell’umana pietà per la sofferenza altrui, dell’accorante tragicità della condizione senile stretta tra il gelo della solitudine e la privazione dell’autosufficienza, della grottesca commedia di personaggi e ambienti rivelati impietosamente da una morte intempestiva, dall’amaro risveglio dell’orfano al doloroso dileguarsi di una speranza verso la quale aveva proteso tutto il suo essere, di quel fascinoso raccontare della nonna con i suoi occhi azzurri sempre velati di malinconia, come la luna; che per fortuna si trova così in alto, che nessuno può darle fastidio; e che non muore mai, come le stelle e il vento: perché stanno nel cielo, dove tutto è pulito, e le fiabe hanno la loro casa di nuvole e di pioggia…e da tanti altri ancora. E tutto questo pervaso da un diffuso lirismo, ora luminoso ed estatico, ora dimesso e dolente, dalle cadenze talora verghiane, ma innestato su un saldo impianto metafisico che illumina uomini ed eventi, riscattandoli dal loro effimero e accidentale apparire.

Tante sono poi le rispondenze, che il tuo bel libro, caratterizzato da uno stile narrativo assai scaltrito, m’induce a far riemergere, con mie un tempo gratificanti letture che quasi ti debbo riconoscenza per questa occasionale rivisitazione del mio passato. Ti faccio un nome fra tutti: Fabio Tombari! Egli fu il narratore prediletto dei miei vent’anni. Ancora conservo i suoi libri attraverso i quali ancora egli riesce a parlarmi con un remoto fascino. Ricordo di aver letto un giorno su una rivista pedagogica un profilo su di lui di Gustavo Bontadini che ne ammirava la limpidezza di ispirazione umana e me ne compiacqui come di qualcosa che mi appartenesse.

Carlo Amerighi (saggista, docente di storia e filosofia)

Amerighi Carlo - -

 
 
 
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