Pompei e il Segreto della Porta del Tempo è un libro interessante nei suoi molteplici aspetti; devo ammettere che per me questa è stata una lettura impegnativa che, comunque, mi ha coinvolto e appassionato sin dalle prime pagine. Ritengo che i personaggi siano affascinanti, realistici e che l’avventura di Marzio sia entusiasmante dal punto di vista letterale e anche e soprattutto dal punto di vista allegorico. Il viaggio interiore, mediante il quale cerca di mettere ordine nella sua vita, travagliata da grandi drammi, si tramuta in un viaggio fantastico che lo porterà indietro nel tempo, nella Pompei del 74 dopo Cristo. Le parti descrittive della città sono quelle che ho letto con maggior gusto. Mi è sembrato di sentire sotto ai piedi le lastre di pietra delle vie, di vedere con gli occhi Fabio, il canuto Magonio, la grassa Fortunata, il vecchio e allegro Acasto, Cuculla la maga che danza con movenze africane, di respirare il profumo e la fragranza delle focacce di Nigido e di vivere in quella movimentata città che fu Pompei. Il libro è arricchito da dotte notazioni artistiche (le descrizione dei templi e di Villa Iuliana sono precise e attente) e storiche.
Il romanzo è incentrato sulla filosofia, sul rapporto unico e quotidiano semplice e complicato di vita e morte. Le persone a noi care, anche se sono scomparse, continuano a vivere accanto a noi, non ci lasciano mai, se noi vogliamo che sia così. Credo che questa sia la grande e semplice verità che lo scrittore si è sforzato di farci capire. Il libro ci aiuta a comprendere che nella vita dobbiamo sapere contare su noi stessi ma che dobbiamo anche renderci conto che siamo uomini, fragili e che quindi abbiamo sempre bisogno di qualcuno che ci aiuti e ci capisca. Orfeo forse si sarebbe lasciato morire nella totale indifferenza se non fosse stato per Marzio che ha saputo, nonostante la sua situazione, farlo uscire dal dramma che stava vivendo.
A livello stilistico il romanzo è scorrevole, semplice, lineare e la difficoltà dell’argomento trattato viene attenuata da un uso sapiente del linguaggio.
Filippo Giovannetti (studente)
Giovannetti Filippo - -
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