Intervista di Francesca Penserini


 

Artigiano di parole

 

Un filosofo che scrive, uno scrittore che insegna: Pasquale Matrone, un artista poliedrico che ama la vita e mette Amore in tutto ciò che fa

Nato a Scafati nel 1945, Pasquale Matrone ha iniziato il suo percorso letterario laureandosi presso l'Università di Salerno prima in Pedagogia poi in Lettere moderne. Nel 1982, con il patrocinio delle Università di Napoli e Salerno, ha fondato la Lectura Dantis Pompeiana, curando la presentazione dei volumi relativi alle tre lecturae dantesche. Collaboratore del quotidiano Napolinotte e della rivista Misure critiche, è autore di diversi volumi di poesia – ’O  Rusario, Musica antica, L’uccello chiamato Airone –  e di numerose opere narrative tra le quali Alberi nudi, Come la luna, L'organetto di Barberia, Per favore, spegnete quella luce.

Cosa porta un professore di filosofia a scrivere poesie e romanzi?

Io lo faccio per una passione quasi folle per le parole. Le raccolgo qua e là dalle bocche che incontro, dai libri, dai giornali, dal vocabolario, dai bambini… e le metto insieme, divertendomi a comporre e a scomporre senza sosta una serie di quadri molto diversi l’uno dall’altro. Gioco con le parole in modo paziente, ironico e scanzonato proprio perché  ne apprezzo la sacralità, la funzione e il mistero…

C’è qualche rapporto tra la sua scrittura e la sua professione? Le è mai capitato di scrivere qualcosa con intenti pedagogici?

Sono Ordinario di Storia e Filosofia nel Liceo Scientifico Niccolò Copernico di Prato, e ho ideato e coordinato nella stessa scuola il progetto "Filosofia, linguaggi e scrittura" per mostrare agli studenti i processi e i meccanismi della comunicazione. È stato un successo insperato: agli incontri hanno partecipato nomi noti del mondo della letteratura e del giornalismo.

Sempre pensando ai miei alunni è nato Programmi in controluce, un testo di argomento pedagogico-didattico scritto alla luce della mia esperienza di professore. Inoltre passi scelti dei miei racconti sono presenti nelle due grammatiche Le regole della comunicazione e Le competenze linguistiche, come esempio ben riuscito di discorso indiretto libero.

Per favore spegnete quella luce, edito dalla Cedam, ha ricevuto il Premio Speciale Targa Il Molinello 2002 da una giuria presieduta da Mario Luzi, qual è il segreto di questa vittoria?

Per favore spegnete quella luce è un libro adatto agli adulti e agli adolescenti. È una prosa di elevati sentimenti, di lotte e di serenità spirituale, di sogni e di realtà in cui domina l'amore per ogni cosa esistente. Vi si esalta la vita deprecando ogni forma di violenza e di odio. La pace può nascere solo dall’amore e dalla socialità. Una narrazione condotta quindi sul fronte dei sentimenti e dell’interiorità, in cui la gioia di vivere è la matrice primaria dell’intera scrittura.

Di recente ha pubblicato con Bastogi Pompei e il segreto della Porta del Tempo, un libro molto apprezzato dal pubblico e dalla critica.

La critica lo ha definito un romanzo suggestivo e coinvolgente perché in esso passato e presente si intrecciano fondendosi in un tutto unico. A Pompei, città ricca di fascino, questa fusione è più che mai possibile, vi si assapora il mistero di Eros e di Thánatos: l'Amore è più forte della Morte. Un romanzo, credo, ricco di emozioni e di vita, ma anche fertile di magiche visioni, con notti misteriose, lucerne, segreti, sacerdotesse, maghi e fantasmi. C’è un passo al quale sono particolarmente legato e che penso contenga il segreto dell’opera: "Il sole muore e rinasce ogni giorno solo in apparenza: è una delle infinite stelle sparse nello spazio. Noi lo vediamo sorgere e tramontare nell'arco di poche ore perché la terra, muovendosi, lo fa scomparire e riapparire ai nostri occhi, ma lui, segnato a sua volta da un moto diverso, sta lì, al suo posto, a recitare la solita parte"… e noi esseri umani, granelli di sabbia nell'Universo, avvertiamo l'ineffabile gioia di sentirci piccolissimi ma allo stesso tempo unici e parte importante del tutto.

 Intervista pubblicata su Il Laboratorio del Segnalibro, n° 14, settembre 2003

 
 
 
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